INTRODUZIONE
La disidratazione del gas
naturale è un processo fondamentale da effettuare prima che il gas possa essere
trasportato; per evitare condense si effettua prima della compressione.
Questo processo permette
di evitare la formazione di clatrati idrati soprattutto quando il gasdotto deve
passare attraverso zone molto fredde. Il clatrato è una struttura solida che
include altre sostanze; nel nostro caso si tratta di ghiaccio che ingloba
piccole molecole idrocarburiche, stabile nello stato solido a temperature
maggiori di 0°C in funzione dell’entità di idrocarburi inclusi.
Inoltre le condense di
acqua in associazione ai gas acidi potrebbero dare dei problemi di corrosione.
La formazione di solidi
con conseguente ostruzione e restringimento del condotto provoca perdite di
carico e conseguente diminuzione della portata, oltre a poter bloccare del
tutto il passaggio del gas laddove il fenomeno si ripeta nel tempo.
Considerando che la sostituzione di parte dei gasdotti non è sempre così banale
e che si tratta di lunghezze di transito chilometriche, vi è la necessità di
prevenire piuttosto che incorrere in frequente manutenzione, la quale
risulterebbe onerosa economicamente.
Tale disidratazione è
effettuata a livello industriale con un assorbimento in trietilenglicole, sostanza
che interagisce fortemente con l’acqua tramite legami ad idrogeno; queste forti
interazioni spingono l’acqua a passare in fase liquida fino ad avere
concentrazione molto basse nella fase vapore; a livello pratico utilizzando TEG
molto concentrato ad alte pressioni si riesce a raggiungere il target di 10ppm
di acqua nella fase gassosa. Le forti interazioni si rispecchiano in un
abbassamento del coefficiente di attività dell’acqua nella fase liquida e ciò
favorisce l’assorbimento come è facilmente intuibile da una “Raoult modificata con i coefficienti di
attività”.
Alternative al TEG sono
il dietilenglicole, (mono)etilenglicole e metanolo; EG e metanolo non sono
molto utilizzati per via della loro maggiore volatilità, perdite
nell’assorbimento e soprattutto durante la rigenerazione. Anche laddove la
capacità intrinseca di assorbire fosse uguale, a parità di massa si hanno più
moli dei composti più leggeri e quindi un numero di interazioni maggiori. In
effetti essendo tali composti venduti a “massa” e non a moli si riscontra a
parità di portata una maggiore efficacia di DEG e EG (EG>DEG>TEG), ma le
perdite per evaporazione vanno in tale senso: EG>DEG>TEG.
Per questo è preferibile
usare DEG o TEG; il DEG risulta una via di mezzo in termini di efficacia e
perdite tra TEG e EG.
Grazie all’elevata
affinità di tali sostanze con l’acqua è possibile lavorare con torri di
assorbimento non molto alte, per noi saranno 3 stadi di equilibrio.
Per tener correttamente
conto delle interazioni ad idrogeno si sceglie di utilizzare il modello termodinamico SR-POLAR.
IL SOTTOSCRITTO NON POSSIEDE ALCUN DIRITTO SUL TESTO DELL’ESERCIZIO.
ESERCIZIO
Il gas naturale, dopo la separazione dei gas acidi,
richiede un processo di disidratazione, previa compressione funzionale al
trasporto. Le elevate pressione a cui avviene il trasporto richiedono un tasso
di umidità molto ridotto, per evitare la condensazione dell’acqua ad alte
pressioni in fase di compressione, per limitare i fenomeni di corrosione, e per
limitare la formazione di ghiaccio o idrati che si formano come conseguenza
delle basse temperature esterne.
Il gas può essere purificato mediate il
tri-etilen-glicole (TEG), appropriato a tale scopo per la sua stabilità termica
e chimica, ed efficace nel disidratare il gas grazie ai legami idrogeno che il
glicole può formare con l’acqua. Per tenere conto di questo effetto, come
metodo termodinamico si usa SR-POLAR.
Inoltre, il TEG ha un elevato punto di ebollizione che ne limita le perdite in fase di rigenerazione.
SIMULAZIONE
-Determinare la portata di TEG per ottenere un contenuto di acqua nel gas in
uscita inferiore a 10 ppm (su base molare).
-Confrontare l’efficacia del TEG con quella del monoetilenglicole EG , dietilenglicole DEG e metanolo. Ricavare le portate di assorbenti necessarie per raggiungere la stessa purezza del gas.
-Dimensionare la colonna di rigenerazione in modo da disidratare
l’assorbente a livelli compatibili per l’ingresso nell’assorbitore. Commentare
l’efficacia vs costi operativi (energia e perdita assorbente) dei vari
assorbenti.
FLOWSHEET INIZIALE
|
Si tenga conto che andranno affiancate a tale colonna apparecchiature per la rigenerazione dell’assorbente.
Tab. 1 Stato fisico e composizione
alimentazione
Parametro
|
Corrente Gassosa
|
Temperatura (°F)
|
85
|
Pressione (psia)
|
500
|
Portata (lbmol/hr)
|
38210
|
Frazione molare
|
|
TEG
|
0
|
H2O
|
0.0014
|
CO2
|
0.004
|
N2
|
0.016
|
C1
|
0.94
|
C2
|
0.027
|
C3
|
0.0077
|
C4
|
0.0025
|
C5
|
0.0008
|
C6
|
0.0006
|
Il TEG è alimentato a 105 °F e 600
psia, al 99.95%wt, in cui la frazione restante è costituita da acqua.
Tab. 2 Condizioni operative
dell’assorbitore
Parametro
|
Valore
|
Unità di misura
|
Numero di stadi
|
3
|
-
|
Pressione
|
500
|
psia
|
Alimentazioni on-stage
|
RISULTATI ED ANALISI
Al fine di trovare la
portata di TEG che ci consente di ottenere una concentrazione di acqua nella
fase gassosa di 10 ppm su base molare si lancia una iniziale sensitività per
individuare l’intervallo che ci consentirà di andare “a colpo sicuro” nella
DesignSpecification.
I valori limite
dell’intervallo trovati sono 190 e 210 lbmol/hr a cui corrispondono
concentrazioni rispettivamente superiori ed inferiori a 10ppm.
Con una DS interna alla
colonna si scopre che il valore richiesto è 206,2 lbmol/hr circa.
Ovviamente aumentando
tale portata la frazione di acqua in uscita diminuisce vista la maggiore
capacità di assorbire.
Si vuole procedere adesso
con un semplice confronto tra gli assorbenti elencati prima per efficienza di
rimozione in termini di quanto assorbente si necessita per ottenere lo stesso
grado di purezza (si potrebbe anche fare il contrario, cioè vedere il valore di
concentrazione all’uscita per medesime portate ma il nostro obiettivo è la
disidratazione ad un livello fisso).
Si noterà successivamente
che questo NON è l’esclusivo criterio di scelta.
Il rapporto massico tra
assorbente ed acqua in ingresso è mantenuto costante.
Rifacendo quanto si è
fatto per il TEG è possibile trovare le altre portate necessarie; i risultati
sono riportati nella seguente tabella:
ABS
|
flowrate ABS lbmol/hr
|
TEG
|
205,39
|
DEG
|
191,05
|
EG
|
127,10
|
METOH
|
413,98
|
flowrate ABS lb/hr
|
|
TEG
|
30844,2
|
DEG
|
20274,1
|
EG
|
7888,7
|
METOH
|
13264,9
|
[Per ottenere le portate
di LEANABS basta dividere la portata massica degli assorbenti per 0.9995]
Si veda che le moli
necessarie sono decrescenti dal TEG all’EG, ciò è forse dovuto ad una maggiore
capacità coordinativa delle molecole più piccole; per via del peso molecolare
decrescente dal TEG al EG si ha un comportamento dello stesso tipo ancor più
accentuato per le portate massiche: a parità di massa ci sono più moli nelle
sostanze più leggere e quindi più gruppi funzionali.
Non bisogna cadere
nell’errore di pensare che è solo l’acqua che va a finire nell’assorbente:
anche l’assorbente ha una sua volatilità che aumenta al diminuire delle
interazioni tra le singole molecole, quindi il numero di gruppi polari nella
singola molecola ed altri tipi di interazioni più deboli.
La grossa perdita di
metanolo osservata spiega l’aumento di portata necessaria rispetto agli altri
assorbenti.
In effetti è possibile
osservare come le perdite non siano trascurabili alle nostre condizioni
operative anche prima della rigenerazione; in questo caso le perdite escono con
il gas disidratato.
flowrate out with gas lbmol/hr
|
Teb[°C] a 1atm
|
% perdita rispetto al CONTENUTO IN LEANABS
|
|
TEG
|
0,008
|
285,5
|
|
DEG
|
0,050
|
244,8
|
|
EG
|
0,451
|
197,3
|
|
METOH
|
312,189
|
64,7
|
|
flowrate out with gas lb/hr
|
|||
TEG
|
1,2
|
285,5
|
0,00%
|
DEG
|
5,3
|
244,8
|
0,03%
|
EG
|
28,0
|
197,3
|
0,35%
|
METOH
|
10003,2
|
64,7
|
75,41%
|
Le perdite hanno
andamento inverso alla temperatura di ebollizione: più è bassa, più è volatile
la sostanza.
Ora è impensabile decidere
di lavorare con assorbenti che tolgono l’acqua ma che si trovano poi nella
stessa fase gassosa come pesanti impurezze, magari saranno le stesse a darci
problemi nelle operazioni successive (sebbene tali condizioni operative non
siano ottimali per sostanze come il metanolo, data la bassa temperatura di
ebollizione).
Si noti che le
temperature di ebollizione sono riferite ad 1 atm e sono più basse di quelle
alle condizioni operative.
Oltre allo scopo
dell’operazione, le perdite di assorbente costituiscono perdite monetarie, data
la necessità di reintegrare l’assorbente al fine di garantire il target
imposto.
Si noti che per ottenere
salti di concentrazione di acqua diversi si necessitano portate molto diverse
in quanto si sta lavorando in un range di composizione molto basso; in effetti
aggiungendo molto altro metanolo le perdite non cambiano molto in termini
assoluti, visto che la corrente esce satura di metanolo, mentre il salto di
concentrazione di acqua nel DRYGAS è piccolo in valore assoluto.
Riassumendo:
- Si esclude il metanolo per tale utilizzo alle nostre condizioni
- Scala di volatilità/perdite EG>DEG>TEG
- Scala di efficacia su base massica EG>DEG>TEG
La scelta è da effettuare
prendendo in considerazione anche il costo per kg di assorbente, i costi
rigenerativi, quelli di trattamento degli inquinanti e legati allo stesso
utilizzo di tali sostanze (a parità di apparecchiatura).
A livello industriale è
molto utilizzato il TEG o il DEG.
Si noti che questi
glicoli hanno anche applicazioni antigelo, non è il nostro caso visto che non
viene appositamente additivato alla corrente gassosa.
Si tenga in conto che
queste sostanze sono tossiche ed irritanti e bisognerà prendere le giuste
precauzioni.
Per quanto riguarda la
rigenerazione non è possibile arrivare alla purezza del TEG in acqua
dell’alimentazione con una semplice distillazione.
TEG, DEG e EG subiscono
degradazione quando sono raggiunte determinate temperature.
Tali temperature ed
alcune proprietà sono riportate nella seguente tabella:
![]() |
[Enciclopedia degli idrocarburi, Treccani] |
Queste proprietà spiegano
anche l’utilizzo di una corrente a temperatura più alta di quella ambiente al
fine di ridurre la viscosità dell’assorbente (riduzione delle resistenze al
trasporto nel caso reale e maggiore facilità di dispersione, es. spray).
Se procedessimo con una
distillazione fino al target di acqua in ingresso richiesto finiremmo con il
degradare gli assorbenti.
Di seguito sono illustrate
le alternative scelte onde evitare ciò mediante qualche analisi.
Questi schemi sono molto
semplificati, non si tengono in considerazione i limiti di effettive
apparecchiature; ciò va comunque bene per lo scopo attuale. Per vedere meglio il
confronto nel caso dei glicoli sarà usata la stessa colonna e le stesse
temperature agli scambiatori (non potendo lavorare nel range di temperature del
TEG per DEG e EG si lavorerà in quello di quest’ultimi). La pompa è necessaria
alla ripressurizzazione del liquido a 600psia. È trascurato il raffreddamento
che deve essere effettuato prima del pompaggio.
Il target imposto è
99.95%wt di assorbente in ABSREG.
Il TEG/DEG/EG ricco in
acqua viene laminato a 1 atm e finisce in un barilotto dove si separano
essenzialmente gli HC disciolti ed altri gas.
La corrente liquida in
uscita viene inviata ad un HEATER dove viene riscaldata fino a 155 °C (per non
avere problemi di decomposizione sulle pareti di scambio termico).
Tale corrente è inviata
in testa ad una colonna di stripping con aria riscaldata a 160°C ed inviata dal
fondo in controcorrente.
Il primo flash è nella
pratica sfruttato per il recupero degli idrocarburi a scopi energetici anche se
nel nostro caso la portata è infima.
RISULTATI E PARAMETRI TEG
portata
[lbmol/hr]
|
T[°C]
|
P[atm]
|
|
aria
|
93,29
|
20
|
1
|
Ausiliari
|
duty[MW]
|
||
HEATER
|
1,264
|
||
AIRHEAT
|
0,048
|
||
POMPA(rend.0,75)
|
0,02
|
||
REGNTW
|
|||
N stadi
eq.
|
10
|
||
Perdite
TEG(essenzialmente in VAPOR)
|
163,4lb/hr
|
RISULTATI E PARAMETRI DEG
portata
[lbmol/hr]
|
T[°C]
|
P[atm]
|
|
aria
|
33,58
|
20
|
1
|
Ausiliari
|
duty[MW]
|
||
HEATER
|
1,126
|
||
AIRHEAT
|
0,017
|
||
POMPA(rend.0,75)
|
0,013
|
||
REGNTW
|
|||
N stadi
eq.
|
10
|
||
Perdite
DEG(essenzialmente in VAPOR)
|
360,5
lb/hr
|
RISULTATI E PARAMETRI EG
portata
[lbmol/hr]
|
T[°C]
|
P[atm]
|
|
aria
|
298,15
|
20
|
1
|
Ausiliari
|
duty[MW]
|
||
HEATER
|
0,609
|
||
AIRHEAT
|
0,153
|
||
POMPA(rend.0,75)
|
0,004
|
||
REGNTW
|
|||
N stadi
eq.
|
10
|
||
Perdite EG(essenzialmente in VAPOR)
|
975,22lb/hr
|
Dopo il solito flash si opta questa volta per una colonna di distillazione. Il metanolo essendo più leggero dell’acqua è recuperato in testa.
RISULTATI E PARAMETRI METOH
colonna
|
|
stadi
di eq.
|
17
|
molar
RR
|
2,39
|
Distillate
rate[lbmol/hr]
|
100
|
Alimentazione
on stage 14
|
|
Perdita
METOH
|
59,5
lb/hr
|
Condensatore
totale
|
|
Cond. Duty
|
-1,55MW
|
Reb.
Duty
|
1,70MW
|
Pump
Duty
|
0,003MW
|
Si ribadisce che il metanolo è quello che in totale subisce perdite di gran
lunga superiori; i costi di pompaggio del metanolo risultano i più
piccoli poiché la gran parte dello stesso si è perso nel DRYGAS: in realtà
anche la parte da reintegrare dovrà essere pompata così come per tutti i
reintegri.
La portata di aria negli strippers dipende dalla portata da trattare e
dall’affinità dei glicoli con l’acqua: l’EG presenta maggiore affinità. È
osservabile come le perdite evaporative durante la rigenerazione seguano quanto
detto in precedenza. Le spese energetiche a scambiatori e pompe risultano
maggiori laddove le portate sono maggiori; siccome le correnti in uscita dagli
strippers sono calde si prospetta un recupero energetico. Le varie Duty non
devono essere prese tutte con uguale peso:
-la duty della pompa è una spesa di energia elettrica;
-la duty di AIRHEAT riguarda il riscaldamento di un gas;
-la duty di HEATER riguarda il riscaldamento di una corrente praticamente
liquida.
Per effettuare delle scelte corrette bisogna soppesare i vari contributi a
livello economico e valutare se sia meglio spendere un po’ di più dal punto di
vista energetico e meno in chemicals o viceversa.