INTRODUZIONE
Si simulerà la
copolimerizzazione di stirene ed acrilonitrile in solvente xilenico; lo stirene-acrilonitrile(SAN)
ha proprietà molto differenti dal polistirene, avendo maggiore resistenza all’urto
ed ai solventi(si veda il gioco con l’acetone); il p-xilene non ha un compito
reattivo ma serve come volano termico ed al fine di ridurre il rallentamento
delle terminazioni radicaliche per accoppiamento dovuto al cosiddetto effetto
gel; questo effetto corrisponde al pesante aumento della viscosità della
miscela reattiva, dovuto all’aumento del MW delle catene in fase di
polimerizzazione; questo aumento della viscosità porta alla diminuzione delle
proprietà di trasporto della miscela, quindi alla variazione apparente delle
costanti cinetiche; le reazioni che più sono influenzate sono quelle che
coinvolgono due grosse molecole e quindi soprattutto le reazioni di
terminazione; se non si tenesse sotto controllo questo aspetto, il calore
prodotto dalla reazione di polimerizzazione, in seguito all’aumento della
viscosità, avrebbe meno facilità ad arrivare per convezione verso le pareti di
scambio termico; ne consegue un aumento di temperatura e quindi delle costanti
cinetiche (propagazione); con esse aumenta la conversione e con questa il
calore sviluppato; insomma si rischia di perdere il controllo sulla reazione.
IL SOTTOSCRITTO NON POSSIEDE ALCUN DIRITTO SUL TESTO DELL’ESERCIZIO.
ESERCIZIO E DATI
Per questa simulazione si
opera con un CSTR.
I dati del problema sono
riportati in seguito.
“Una corrente di
24000 kg/h a 70°C e 2 atm la cui composizione è indicata in tab.1 viene
alimentata a un reattore perfettamente miscelato da 10 m3 che lavora
alle stesse condizioni operative di temperatura e pressione”.
Tab. 1 Composizione della corrente alimentata
Componente
|
Descrizione
|
Fraz. massica
|
2-2-azo-bis-isobutirronitrile
(AIBN)
|
iniziatore
|
0.002
|
Stirene (STY)
|
monomero
|
0.25
|
Acrilonitrile (ACN)
|
monomero
|
0.25
|
p-Xilene
|
solvente
|
0.498
|
La cinetica di polimerizzazione è di tipo radicalico e avviene secondo il
seguente schema di reazioni:
- decomposizione termica dell’iniziatore
- inizio
- inizio
- propagazione
- propagazione
- propagazione
- propagazione
- trasferimento col monomero
- trasferimento col monomero
- trasferimento col monomero
- trasferimento col monomero
- terminazione per accoppiamento
- terminazione per accoppiamento
- terminazione per accoppiamento
- terminazione per accoppiamento
La tab. 2 riporta le espressioni cinetiche e i relativi valori delle
costanti cinetiche a 70 °C.
Le reazioni di terminazione risentono dell’effetto gel secondo la seguente
relazione:
il fattore di gel (GF) è legato alla frazione in massa del polimero
(XP) e alla temperatura (T) secondo la formula:
dove:
I valori dei parametri a1-a10
sono riportati nella tab. 3.ù
Tab. 3 Valori delle costanti per il calcolo di GF
a1
|
a2
|
a3
|
a4
|
a5
|
a6
|
a7
|
a8
|
a9
|
a10
|
1
|
0
|
2.57
|
-0.00505
|
9.56
|
-0.0176
|
-3.03
|
0.00785
|
0
|
2
|
- simulare il processo con i dati sopra riportati e calcolare la conversione di ciascun monomero nonchè la frazione molecolare f1 di stirene all’interno del reattore. Calcolare, inoltre, la frazione molecolare F1 della unità strutturale stirenica nel copolimero risultante.
- diagrammare l’andamento di F1 in funzione di f1 variando la composizione della corrente FEED. Confrontare il risultato con la curva teorica calcolabile in funzione dei rapporti di reattività r1 e r2.
- mantenedo costanti sia la frazione massica di iniziatore sia quella di solvente nella corrente di alimentazione si stimi la frazione massica di stirene e acrilonitrile necessarie per avere una copolimerizzazione azeotropica.
- fissata la composizione della corrente di alimentazione ai valori di tab. 1, valutare la portata massima a cui è possibile operare per avere una conversione di entrambi i monomeri superiore al 40%. Valutare la frazione molecolare F1 nel copolimero a tali condizioni operative.
RISULTATI ED ANALISI
L’iniziatore è di tipo termico ed è l’unico a produrre
radicali. Non vengono aggiunti agenti di trasferimento ma quest’ultimo è dovuto
solo alla reazione tra radicali e monomero non radicalico.
Si noti come in questo caso si tiene conto dell’effetto
gel attraverso una correlazione abbastanza complessa che è funzione della
frazione in massa di polimero e della temperatura (fissando la temperatura solo
della prima). Il parametro GF va a diminuire le costanti cinetiche di
terminazione all’aumentare della conversione dei monomeri in polimero.
Come al solito si trascura l’effetto della lunghezza della
catena sulla propagazione, cosa che presenta giustificazione dalle prove
sperimentali; si noti come le reazioni di iniziazione abbiano una costante
cinetica identica a quella delle reazioni di propagazione su terminale uguale
al monomero.
Vista la differenziazione nelle reazioni, è possibile
notare come si tenga in conto la differente reattività di differenti terminali
radicalici con differenti monomeri.
Analizziamo un po’ le differenti costanti.
L’inizio con stirene è più favorito cineticamente di
quello con acrilonitrile.
Le reazioni di propagazione più favorite sono quelle tra
terminali e monomeri di differente specie chimica, in ordine decrescente di k:
1) STY*-ACN
2) ACN*-STY
3) STY*-STY
4) ACN*-ACN
dove * indica l’elettrone spaiato radicalico.
Idem avviene per il trasferimento la cui dipendenza dipende
soltanto dal terminale interessato in questo caso, in ordine decrescente:
1) STY*
2) ACN*
Le reazioni di terminazione più favorite sono quelle miste
essendo anche ripetute rispetto a quelle tra medesimi terminali, in ordine
decrescente di k:
1)
STY*-ACN* = ACN*-STY*
2)
STY*-STY*
3)
ACN*-ACN*
Le differenze di conversione che si noteranno tra styrene
ed acrilonitrile saranno dovute essenzialmente a come giocano la composizione
in ingresso, le cinetiche ed il tempo di permanenza.
È soprattutto la propagazione che determina la
conversione.
Trascurando conversioni dei monomeri elevate, laddove si
parte da un terminale styrene, mediamente, questo preferirà propagarsi con
l’acrilonitrile piuttosto che con lo stirene; il nuovo terminale è
acrilonitrile radicalico; questo tenderà molto di più ad accoppiarsi allo
stirene rispetto all’acrilonitrile; se procedesse tutto così in pratica avremmo
un polimero alternato ed una conversione dei monomeri uguale; però vi sono
anche le altre reazioni che hanno cinetiche non nulle; la reazione del
terminale stirene con lo stirene è cineticamente più vicina a quella sty*-acn
di quanto lo sia quella acn*-acn a acn*-sty; questo significa che si avrà una
probabilità maggiore che lo styrene si attacchi al terminale styrene pittosto
che l’acn si attacchi a acn*.Escluse le prime due reazioni che da sole ci
darebbero un polimero alternato, è questo che fa la differenza nella successione
delle unità e composizione del polimero.
In termini relativi
si può definire quanto ciascuna “propagazione omocomponente” si avvicini a
quella rispettiva “eterocomponente” o di quanto è favorita la seconda rispetto
alla prima. Proseguendo si ha:
-
K(sty*-sty)/
K(sty*-acn)=0.469;
-
K(acn*-acn)/
K(acn*-sty)=0.0314.
Si è arrivati spontaneamente alla definizione dei rapporti
di reattività r1 ed r2 che rientreranno nell’equazione
che lega le frazioni dei componenti nel polimero rispetto a quelle nella
miscela di reazione.
Riassumendo: il terminale stirenico tende a reagire con lo
stirene in via maggiore di quanto il terminale acrilonitrilico tenda a reagire
con l’acrilonitrile.
Ad occhio potrebbe essere plausibile la formazione di un
polimero a blocchi acrilonitrilici.
Si passa adesso alla simulazione; il flowsheet è riportato
di seguito e non ha bisogno di commenti.
Si tratta di un CSTR e quindi la composizione all’uscita è
uguale a quella nel reattore. Si simula adesso il processo.
Il tempo di permanenza medio nel reattore è di circa 21.6
minuti, mentre la potenza termica sottratta è 0.765 MW.
Adesso calcoliamo il tempo di dimezzamento
dell’iniziatore:
Separando le variabili ed integrando tra cAIBN e
cAIBN/2, 0 e t1/2 si ottiene:
Sicuramente
l’iniziatore nemmeno si dimezza. In effetti dei 48 kg/hr in ingresso se ne
convertono 2.2.
Si valuterà adesso la
conversione e la frazione molecolare di stirene nel polimero.
La conversione dello
stirene è del 46.7% mentre quella dell’acrilonitrile del 22.3%: ciò concorda ed
è frutto di quanto detto in precedenza.
Per quanto riguarda
la frazione molecolare basterà calcolare la portata molare reagita dei monomeri
e normalizzarle, dividendo per la loro
somma (iniziatore relativamente assente in pratica nel polimero); si è convertito più stirene ma dal punto di vista molare l’acrilonitrile
è in largo eccesso nel feed rispetto al rapporto 1:1 con lo styrene; questo largo eccesso
serve per avere quantità convertite, e non conversioni, maggiori; in pratica si cerca
di avvantaggiare sty*-acn e compensare la cinetica più lenta acn*-acn. In effetti grazie a questo si può
giocare sulla composizione del polimero che nel nostro caso è F1(sty)=0.517 ed
F2(acn) complementare.
La frazione molare di stirene nella miscela reagente su
base sty-acn f1 è calcolata considerando lo styrene e l’acn in
uscita del reattore; dal calcolo risulta f1(sty)=0.259 e f2(acn) complementare.
È bene sottolineare
ancora come un rapporto molare sty-acn 1:2 nell’alimentazione porti ad un
rapporto nel polimero ≈ 1:1.
Ora si cerca di trovare
riscontro tra il modello della copolimerizzazione ed i risultati di Aspen.
Definiti i rapporti di
reattività r1 ed r2, f1, f2, F1, F2 nel seguente modo:
- r1 = K(sty*-sty)/ K(sty*-acm);
- r2= K(acn*-acn)/ K(acn*-sty);
-f1=frazione
molare di sty nella soluzione reattiva in CSTR su base sty-acn;
-f2=frazione
molare di acn nella soluzione reattiva in CSTR su base sty-acn;
-F1= frazione
molecolare di sty nel polimero in CSTR su base sty-acn;
-F2= frazione
molecolare di acn nel polimero in CSTR su base sty-acn.
Si ha F2 =1-
F1 e f2 =1-f1.
Il modello è:
Si calcoleranno una
serie di valori con Aspen cambiando la composizione in ingresso; f1
ed F1 sono calcolati come prima per ogni valore variato. Ad ogni
valore f1 si associa anche il valore teorico di F1 calcolato
con (eq*). Si ottiene:
Salvo variazioni sulla
terza-quarta cifra decimale i valori di F1Aspen ed F1teor sono uguali come è
possibile notare anche dalla sovrapposizione delle curve:
IL MODELLO È MOLTO
ACCURATO.
Si noti che ad un
determinato punto la frazione di stirene nella miscela reattiva è maggiore di
quella nel polimero (si passa sotto la bisettrice), essenzialmente questo si ha
a valori di f1 grandi dove l’acrilonitrile è, al contrario, ridotto.
In questo caso, in
alimentazione abbiamo un rapporto molare acn-sty di 1:2; essendo le
propagazioni tra “diversi” quelle maggiormente favorite per le k, si ha che l’
acrilonitrile presente ha più probabilità di incontrare terminali stirenici
all’aumentare delle concentrazioni del polimero; ne risulta una sua maggiore
conversione; al contrario i gruppi stirenici hanno meno probabilità di
incontrare un terminale acrilonitrilico ma comunque hanno una cinetica alta di
giunzione al terminale stirenico; in effetti F1 è monotona crescente con f1. Il
flesso indica il prevalere della cinetica sty*-sty su acn*-sty con riduzione
della conversione dello styrene e frazione maggiore di sty nella miscela
reattiva, anche rispetto all’alimentazione (conversione acn>conversione sty
per quanto detto).
Il punto in cui la
bisettrice interseca la curva è detto azeotropo, in analogia con l’equilibrio
fisico; esso rappresenta il punto in cui f1=F1 cioè le frazioni
molecolari/molari di stirene/acrilonitrile sono uguali nel polimero e nella
miscela reagente su base priva di solvente.
Graficamente è
intuibile che si trovi nei dintorni di 0.65, ma abbiamo preso pochi punti e
dunque l’accuratezza non è ottima.
Visto che però si è
capito che la curva teorica e quella “sperimentale”(di Aspen) coincidono tanto vale usare
la correlazione teorica analitica imponendo f1=F1:
chiamando f1=x
per brevità, ricordando che f2=1-f1 da (eq*) si ottiene:
Il calcolo si potrebbe
fare semplicemente risolvendo una eq di 2° grado, ma visto che fisicamente sono
note a priori le soluzioni x=0 e x=1 (tutto acn e tutto sty), si decide di
moltiplicare i membri dell’equazione per il denominatore del secondo membro, il
quale è sempre maggiore di zero; si porta tutto al primo membro e si ottiene,
attraverso qualche passaggio algebrico:
Ora mettendo in evidenza
(x-1), che già sappiamo essere fattore si ottiene:
Questo è servito per
una verifica di congruenza e per palesare i tre risultati.
Facendo il conto f1az risulta essere 0.646 mol sty in miscela
reattiva su moli styrene e acrilonitrile in miscela reattiva; tale valore si
ottiene per una frazione massica in alimentazione di styrene compresa tra 0.35 e 0.4; interpolando si ottiene una
frazione di 0.391, tale valore restituisce f1az e risulta essere
definitivo.
Al diminuire della
portata di FEED aumenta il tempo di permanenza e quindi la conversione di
monomeri. Dalla condizione iniziale è possibile vedere una conversione dello
stirene già superiore al 40%; per determinare quale sia la portata massima
garantisca una conversione di ciascun monomero superiore al 40% bisogna
concentrarsi sulla conversione di
acrilonitrile(quella di stirene aumenterà rispetto al valore base); lanciando
una sensitività si scopre che la portata la quale consente una conversione di
acn del 40% è compresa tra 10000 e 11000kg/hr; lanciando la DesignSpecification
si trova il valore preciso: la portata di FEED dovrà essere inferiore a 10950
kg/hr per garantire una conversione superiore al 40% per entrambi i monomeri(la
conversione di stirene sarà superiore al 75%). In questo caso la frazione
molecolare di styrene nel polimero vale F1(sty)=0.489 molto simile a quella
precedente.
L’aumento del tempo di permanenza consente lo
sviluppo maggiore di tutte le reazioni.
All’aumentare della
conversione si ha anche l’arricchimento della miscela di reazione in
acrilonitrile (favorisce acr*-acràacr*, sty*-acràacr* e indirettamente
la propagazione di questo con stylene) e la riduzione della concentrazione
dello styrene (sfavorisce acr*-styàsty* e sty*-styàsty*
e indirettamente la propagazione di questo con acrilonitrile).
Le reazioni di
propagazione hanno componenti in comune e quindi sono interdipendenti; ciò che
rimane è comunque quanto detto inizialmente riguardo alle cinetiche: se non vi
sono già in partenza fattori che limitano pesantemente la cinetica di
propagazione acr*-sty, si avrà una conversione maggiore dello styrene rispetto
all’acrilonitrile; in questo caso la propagazione con monomero stirenico è in
parte rallentata dalla alta conversione, che risulta in una f1 molto
bassa(0.174); ne consegue una piccola riduzione dell’F1; perché
piccola? Perché all’aumentare della f2
si favorisce la formazione di terminali acrilonitrilici che a loro volta
favoriscono in via maggiore la formazione di quelli stirenici che possono
propagare con acrilonitrile (più probabile) ma anche con styrene in funzione
della sua concentrazione (ridotta). Come al solito finisce per essere una
questione di effetto dei rapporti di reattività.
Gli effetti descritti
possono essere anche letti in termini di contributi a/in (eq*).
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